Nelle isole estreme by Amy Liptrot

autore:Amy Liptrot [Liptrot, Amy]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788823518407
Google: gtW2DQAAQBAJ
editore: Guanda
pubblicato: 2017-01-10T23:00:00+00:00

Pur essendo nuova di Papay, non sono nuova della vita rurale delle isole. Rose Cottage è in fondo al sentiero di una fattoria, e il rumore del trattore che passa accanto alla finestra della camera da letto mi è familiare. Sono cresciuta con i cicli delle stagioni e conosco la routine quotidiana dell’inverno, quando fieno e foraggio raccolti in estate sono distribuiti al bestiame affamato, e così noto il giorno in cui viene portato nei fienili. Fuori, per l’intero inverno, indosso gli stivali di gomma, come fa papà quasi tutto l’anno.

Decido che passerò il tempo nella cucina con il fuoco, lasciando al freddo il resto della casa. Da lì vedo l’Holm, che è l’isolotto di Papay, e la barca di Douglas, unico pescatore di qui. Vedo tutte le più grandi Isole del Nord tranne Stronsay. A est c’è un ammasso di terra con le scogliere che formano tre gradoni: «le teste di Eday». Più oltre, lungo l’orizzonte, c’è Sanday, e quando il sole sorge ne illumina le curve da dietro, proiettando le sagome delle pale eoliche sulla cima delle colline. Sempre a nord, nei giorni limpidi si scorge North Ronaldsay, così bassa che si notano solo le case, incorporee e come sospese sul mare.

A ovest c’è la vicinissima Westray, con trecento abitanti, l’azienda di crostacei, la scuola media e la friggitoria. Il piccolo traghetto fa ogni giorno la spola tra Papay e Westray con a bordo uno studente e i prodotti del panificio. Dietro Westray si erge il terrapieno coperto d’erica di Rousay e, più oltre, le colline di Mainland sulla quale, nei giorni in cui Papay è all’asciutto, vedo le nuvole sfaldarsi in pioggia o neve.

Oltre l’aeroporto, in fondo alla strada che taglia l’isola a metà, c’è il nucleo composto da ufficio postale, chiesa, scuola e negozio/ostello, non così grande da poter essere chiamato paese e più vicino di quanto non sembri quando cerco di arrivarci in bici nei giorni ventosi.

Nei campi c’è ancora un po’ di verde, ma con l’avanzare dell’inverno il paesaggio sarà sempre più smorto, e a marzo la vista dalla cucina rischierebbe di essere quasi monocromatica se non fosse per la manica a vento arancione fluo dell’aeroporto. Non immaginavo di trasferirmi a Papay per ritrovarmi su una rotta aerea. La mattina vengo spesso svegliata dall’aereo che comincia la discesa proprio su Rose Cottage. A volte spaventa gli uccelli, o così sembra, e dalla finestra della cucina vedo una decina di stormi differenti levarsi in volo in contemporanea, il cielo all’improvviso affollato di nuvole di oche selvatiche, voltapietre, pivieri dorati e beccaccini.

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